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Impasto “TIPO IMPRUNETA”

Questo impasto nasce dalla collaborazione di G.E.M.I.C.A Impasti con alcune delle fabbriche con più esperienza nella produzione del “Cotto” tradizionalmente prodotto all’Impruneta con la sua terracotta universalmente riconosciuta come la migliore in tutto il mondo.

NUOVA FORMULA

IMPASTO “TIPO” IMPRUNETA

Questo impasto nasce dalla collaborazione di G.E.M.I.C.A Impasti con alcune delle fabbriche con più esperienza nella produzione del “Cotto” tradizionalmente prodotto all’Impruneta con la sua terracotta universalmente riconosciuta come la migliore in tutto il mondo.

Le colline dell’Impruneta, e di parte del Chianti fiorentino, hanno una struttura geologica composita

al cui interno figura spesso un complesso caotico di materiali argillosi e limosi. Proprio da questa componente argillosa derivano quelle terre tanto adatte alla produzione di manufatti che hanno fatto dell’Impruneta la patria del “cotto”.

Le colline dell’Impruneta, e di parte del Chianti fiorentino, hanno una struttura geologica composita

al cui interno figura spesso un complesso caotico di materiali argillosi e limosi. Proprio da questa componente argillosa derivano quelle terre tanto adatte alla produzione di manufatti che hanno fatto dell’Impruneta la patria del “cotto”.

Nel periodo dello splendore della Firenze rinascimentale proprio con l’argilla dell’Impruneta sono stati fatti i manufatti per le maggiori architetture cittadine: valga per tutte l’esempio della Cupola del Duomo. Con quell’argilla erano fatti i pavimenti dei palazzi granducali e nobiliari, ma anche il cotto delle case coloniche e le conche da agrumi, i grandi vasi e le statue in terracotta delle centinaia di ville sparse nel Contado.

“Andava alle fornaci in persona rispetto al cuocere che pareva d’ogni cosa maestro”

Riporta Antonio Manetti, biografo di Filippo Brunelleschi, riguardo i suoi viaggi ad Impruneta per assicurarsi che il cotto imprunetino fosse perfettamente idoneo per la sua creazione, perché questo materiale offre nello stesso tempo caratteristiche di solidità e leggerezza che solo la terracotta può dare: la volta della cupola non ha infatti alcuna armatura di sostegno.

Nel periodo dello splendore della Firenze rinascimentale proprio con l’argilla dell’Impruneta sono stati fatti i manufatti per le maggiori architetture cittadine: valga per tutte l’esempio della Cupola del Duomo. Con quell’argilla erano fatti i pavimenti dei palazzi granducali e nobiliari, ma anche il cotto delle case coloniche e le conche da agrumi, i grandi vasi e le statue in terracotta delle centinaia di ville sparse nel Contado.

“Andava alle fornaci in persona rispetto al cuocere che pareva d’ogni cosa maestro”

Riporta Antonio Manetti, biografo di Filippo Brunelleschi, riguardo i suoi viaggi ad Impruneta per assicurarsi che il cotto imprunetino fosse perfettamente idoneo per la sua creazione, perché questo materiale offre nello stesso tempo caratteristiche di solidità e leggerezza che solo la terracotta può dare: la volta della cupola non ha infatti alcuna armatura di sostegno.

La terra di Impruneta è molto ricca di galestro, detta “terracotta antigelo“, un tipo particolare di argilla che conferisce alle terrecotte speciali caratteristiche di resistenza e di colore, e soprattutto le rende inalterabili al freddo.

Il galestro, elemento di base per la produzione della terracotta di Impruneta, è estratto da cave a cielo aperto nei pressi di Impruneta. L’argilla estratta, fatta asciugare al sole estivo, deve in seguito essere separata dai materiali di scarto che si riassumo quasi esclusivamente nei sassi: questa operazione può essere soltanto manuale.

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Terrecotte Berti

Grazie alla macinatura, con l’ausilio di pesanti macchinari frantumatori, si ottiene una polvere, più o meno granulosa, passata poi al setaccio e conservata in silos.

A questo stadio, la macchina di miscelazione e soprattutto l’abilità e l’esperienza dell’artigiano formano un tutto indispensabile: la proporzione d’acqua interviene per ottenere un buon risultato plastico.

La base del nostro impasto è proprio l’argilla dell’Impruneta cui sono state apportate modifiche per renderla utilizzabile da un lato per la produzione di grandi superfici per la realizzazione di pareti ventilate da applicare sulle facciate di importanti edifici e dall’altro per adattare l’argilla alle più moderne tecniche di lavorazione per la produzione di vasi anche di grandi dimensioni.

La presenza di “calcinelli” non è un difetto ma una caratteristica peculiare dell’impasto, per
questo  è necessario bagnare l’oggetto con acqua subito dopo la cottura

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